Dopo il Decreto Mille Proroghe del 2019 e secondo quanto previsto dalla Direttiva Europea RED, anche in Italia sono state introdotte le “Comunità Energetiche Rinnovabili”, ovvero quelle associazioni tra consumatori (cittadini, attività Commerciali, piccole e medio imprese nonché amministrazioni pubbliche locali) che decidono di unirsi con il preciso obiettivo di produrre, scambiarsi e quindi consumare energia da molteplici fonti rinnovabili.
Di fatto, con questa particolare e “conveniente” unione, tutti i membri di queste “comunità” non solo si impegnano a promuovere una particolare gestione sostenibile dell’energia “pulita” e a sfruttare questa crescente l’innovazione e nuova tecnologia energetica, ma si impegnano a garantire, si legge nella normativa, una vera e concreta riduzione dello spreco energetico e la condivisione del prezzo concorrenziale a loro vantaggio.
Possiamo quindi affermare che una Comunità Energetica Rinnovabile assicura vantaggi e benefici i tipo economico, ambientale e sociale:
Benefici economici perchè la Comunità è in grado di produrre un “reddito energetico” da redistribuire tra tutti i membri che si traduce in concrete diminuzioni dei consumi e dei costi in bolletta; benefici ambientali perchè interessa e coinvolge il nostro ecosistema motivando l’uso e la diffusione di energie rinnovabili (soprattutto fotovoltaico, non escludendo, però, l’utilizzo di altre tecnologie, come eolico o batterie); benefici sociali perchè non solo si stimola l’aggregazione sociale sul territorio, ma si educano i cittadini a una cultura rivolta alla sostenibilità urbana, coinvolgendo tutte le fasce della popolazione.
Una interessantissima iniziativa, questa, che sta interessando un sempre maggior numero di possibili “utenti”.
Per avere informazioni sulla Comunità Energetica Rinnovabile, ci si può rivolgere agli uffici competenti, alle aziende esperte o a chi opera in questo settore.